Non vedendo il tempo ho pensato fosse nascosto e l’ho cercato giocando a nascondino.
Mi precedeva quando ero in ritardo e mi raggiugeva quando ero in orario, ma ogni volta non vedeva l’ora di sparire e così mai lo vedevo.
Ho pensato che fosse tempo di incontrarlo e in un momento, senza preavviso, ho deciso che era proprio lì ora, senza un’ora precisa… proprio davanti a me!
In men che non si dica, i suoi numeri hanno cominciato a sparire uno alla volta, chiedendomi di decidere se entrare oppure no nell’orologio per far parte del tempo, facendo attenzione che non avrei avuto altro tempo se non quello delle lancette.
Non potevo entrare nell’orologio per un chiaro motivo: il tempo voleva nascondersi da me! Sapeva che volevo fermarlo a tutti i costi e metterlo al muro su di una parete, immobile. La scelta era solo mia e entrando non avrei capito…..
Ho scelto di salire sulla lancetta che indicava il primo quarto, i primi quindici minuti sul quadrante per viaggiare nel tempo e accettare di passare attraverso l’intuizione e l’evoluzione di qualcosa che a cicli diventa l’eterno.